
Notte in Piazza delle Vettovaglie
Una normale serata di un venerdì primaverile. La temperatura mite favorisce
le uscite del dopocena e Pisa inizia a riempirsi di persone che si radunano
nei locali all’aperto e nelle piazze.
Una popolazione sufficientemente ordinata e composta, tranne un caso noto da
anni e mai seriamente affrontato e risolto: piazza delle Vettovaglie.
Ci è captato venerdì scorso di stare al tavolino di un noto locale della
piazza più “alternativa” di Pisa fino alle due di notte. Intorno a noi gente
normale e tipi “antagonisti”, stranieri stazionati alle loro postazioni che
allungano mani scure per vendere cannabis, fumo di spinelli diffuso
nell’aria come incenso, tamburi e chitarre stonate che strimpellano come se
nessuno avesse il diritto di dormire.
Ma questi sono dettagli “pittoreschi” che rientrano purtroppo nella norma di
una piazza dimenticata dalle Forze dell’Ordine, dall’Amministrazione e
lasciata a se stessa in preda ad una pericolosa degenerante anarchia.
Quello che ci ha colpito, piuttosto, è stato il verificarsi di un fenomeno
nuovo e tristemente originale: lo svolazzare di bottiglie di birra vuote. Le
nostre chiacchiere, infatti, venivano frequentemente interrotte dal fragore
di bottiglie di vetro che si levavano in cielo per schiantarsi a terra,
casualmente, nella piazza; tra la gente.
Una esplode a un paio di metri da noi. Non intravediamo quale sia il
cecchino. Un’altra atterra ai piedi di un ragazzo posizionato al centro
della piazza. Se ne accorge e scopre l’autore dell’inutile e folle gesto. Si
lamenta e dal tavolino si alzano due giovani dai capelli lunghi ed
arruffati; hanno l’accento degli studenti universitari furori-sede; coloro
che spesso credono di poter utilizzare Pisa come giungla anarchica. Il più
alto dei due capelloni si avvicina alla vittima e gli risponde in malo
modo. La vittima ribatte. Il diverbio si conclude con una certa aggressività
alcolica e l’autore del lancio non chiede scusa né raccoglie i vetri per
terra. La vittima, accerchiata, se ne va.
Ci alziamo, sono le due di notte ed è l’ora di chiusura. Camminiamo su
bottiglie intere disseminate al suolo, bicchieri di plastica e numerose
schegge di vetro originate da molte bottiglie volanti che hanno fatto della
piazza un campo minato, uno scenario post-bellico.
Ma non era in vigore un’ordinanza comunale che vietava di somministrare
bevande nel vetro? Dove sono state acquistate le birre in bottiglia? E
soprattutto, chi dovrebbe controllare piazza delle Vettovaglie?
Una normale serata di un venerdì primaverile. La temperatura mite favorisce
le uscite del dopocena e Pisa inizia a riempirsi di persone che si radunano
nei locali all’aperto e nelle piazze.
Una popolazione sufficientemente ordinata e composta, tranne un caso noto da
anni e mai seriamente affrontato e risolto: piazza delle Vettovaglie.
Ci è captato venerdì scorso di stare al tavolino di un noto locale della
piazza più “alternativa” di Pisa fino alle due di notte. Intorno a noi gente
normale e tipi “antagonisti”, stranieri stazionati alle loro postazioni che
allungano mani scure per vendere cannabis, fumo di spinelli diffuso
nell’aria come incenso, tamburi e chitarre stonate che strimpellano come se
nessuno avesse il diritto di dormire.
Ma questi sono dettagli “pittoreschi” che rientrano purtroppo nella norma di
una piazza dimenticata dalle Forze dell’Ordine, dall’Amministrazione e
lasciata a se stessa in preda ad una pericolosa degenerante anarchia.
Quello che ci ha colpito, piuttosto, è stato il verificarsi di un fenomeno
nuovo e tristemente originale: lo svolazzare di bottiglie di birra vuote. Le
nostre chiacchiere, infatti, venivano frequentemente interrotte dal fragore
di bottiglie di vetro che si levavano in cielo per schiantarsi a terra,
casualmente, nella piazza; tra la gente.
Una esplode a un paio di metri da noi. Non intravediamo quale sia il
cecchino. Un’altra atterra ai piedi di un ragazzo posizionato al centro
della piazza. Se ne accorge e scopre l’autore dell’inutile e folle gesto. Si
lamenta e dal tavolino si alzano due giovani dai capelli lunghi ed
arruffati; hanno l’accento degli studenti universitari furori-sede; coloro
che spesso credono di poter utilizzare Pisa come giungla anarchica. Il più
alto dei due capelloni si avvicina alla vittima e gli risponde in malo
modo. La vittima ribatte. Il diverbio si conclude con una certa aggressività
alcolica e l’autore del lancio non chiede scusa né raccoglie i vetri per
terra. La vittima, accerchiata, se ne va.
Ci alziamo, sono le due di notte ed è l’ora di chiusura. Camminiamo su
bottiglie intere disseminate al suolo, bicchieri di plastica e numerose
schegge di vetro originate da molte bottiglie volanti che hanno fatto della
piazza un campo minato, uno scenario post-bellico.
Ma non era in vigore un’ordinanza comunale che vietava di somministrare
bevande nel vetro? Dove sono state acquistate le birre in bottiglia? E
soprattutto, chi dovrebbe controllare piazza delle Vettovaglie?